Il Redentore

L'INTERVENTO DEL VESCOVO MOSE' MARCIA IN OCCASIONE DELL'EDIZIONE 2015

Il vescovo di Nuoro, monsignor Mosè Marcia è voluto intervenire, prima dell’edizione del 2015 della festa che si è tenuta a fine agosto quest’anno.
Il prelato lo ha fatto scrivendo una lettera destinata a tutte le istituzioni di Nuoro.
Innanzitutto, Marcia si è soffermato sul significato che rappresenta la statua del Redentore: "Cento e più anni sono trascorsi - ha scritto il vescovo- lui è lì in cima al Monte. L’hanno chiamato Il Redentore”. Due guerre, mondiali, centinaia di migliaia di morti. Lui? è lì, in alto, in quella cima, dall’alto domina l’isola, la regione, la città. Un’altra guerra, fredda, fra due schieramenti, fa star male il mondo intero. Lui? Il Redentore, il Risorto, al Monte, rimane con la Sua Croce. Ai piedi di quel monte, quanti morti, faide, vendette, sequestri. Peggio della guerra fredda. Con i cuori infiammati di ostilità, rancore, avversione, e altri svariati interessi. Lui è sempre lì, nel Suo granitico piedistallo, dove cento e più anni fa l’hanno collocato. Da quella posizione Lui vede, vede bene, vede tutto e osserva. Serrande chiuse. La città vuota.”
Una riflessione, quindi sul mondo attuale che vede il Redentore. Marcia poi si rivolge ai giovani: "Per natura loro portano gioia e spensieratezza - ha affermato il vescovo -dal Monte li scorgi senza speranza, tristi e si allontanano sempre più dalla Sua ombra. Molti vanno, in pellegrinaggio, ogni anno, portano i loro affanni fin lassù, ma Lui lo lasciano lì nel Monte, in alto, lontano, staccato. Forse ci va bene così”. E poi ecco un appello a coloro che devono prendere delle decisioni per il bene della comunità che governano: "Anche tutto il nostro darci da fare sociale e politico ha bisogno del Redentore - ha detto Marcia - Il semplice sforzo umano raggiunge ben presto i suoi limiti, ce ne stiamo accorgendo tutti. Le cosìddette crisi, anche quelle economiche, risalgono a una nostra conscia rinuncia a porre il Redentore al centro della nostra vita, a non orientare tutto noi stessi verso di Lui, ma tenerlo su in alto, nel Suo monte, lontano da noi, dal nostro quotidiano”.
Infine, il prelato ha lanciato un messaggio di augurio ai fedeli: "Faremo fatica, disabituati come siamo, ma proviamo ha concluso il vescovo di Nuoro - il Redentore, maestoso e trionfante, con la Sua Croce, veglia dal Monte su di noi, ma teniamolo accanto a noi. Viviamo e lasciamoci affascinare dal Vangelo che Lui ci dona”.

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