Il territorio

La Rivolta "De su conottu", una storia da ricordare

Con l'emanazione del famoso Editto delle Chiudende da parte dei Savoia, la città di Nuoro visse uno dei momenti più turbolenti della sua storia, che nel 1868 sfociò in una violenta sommossa popolare passata alle cronache come la Rivolta "De su conottu".

L'Editto delle Chiudende, una privatizzazione ante-litteram
L'Editto delle Chiudende fu una delle più antiche forme di "privatizzazione" documentate, che segnò il passaggio dei terreni demaniali adibiti al pascolo e all'agricoltura nelle mani dei ricchi feudatari dell'epoca, togliendo di fatto la principale fonte di sostentamento a tutti quei contadini e pastori che fino ad allora li avevano sfruttati e custoditi.
Questa manovra non venne mai accettata dalla popolazione di Nuoro che nel corso degli anni mostrò varie volte la sua insofferenza attraverso manifestazioni spesso violente nei confronti delle autorità locali.

"Su conottu" e l'eterna lotta fra ricchi e poveri
La mattina del 26 aprile 1868 scoppiò la rivolta che vide centinaia di nuoresi muovere verso gli edifici simbolo del potere al grido di a su conottu, con il quale chiedevano a gran voce il ritorno alle consuetudini che avevano sempre conosciuto.
I manifestanti saccheggiarono il palazzo del comune e diedero alle fiamme tutti i documenti che contenevano i piani di lottizzazione dei terreni di Nuoro, inviando un chiaro segnale ai governanti che rimase tuttavia inascoltato.

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