Il territorio

Grazia Deledda, Nobel per la letteratura

Grazia Deledda è una delle scrittrici più celebri del Novecento. Originaria di Nuoro, è stata autrice dei romanzi 'Canne al vento' e 'Memorie di Fernanda'. Nel 1926 si è aggiudicata il Nobel per la letteratura

Tra le personalità che hanno dato lustro alla Sardegna, Grazia Deledda occupa un posto di primo piano. Scrittrice e intellettuale, si aggiudicò il Premio Nobel per la letteratura nel 1926, seconda donna dopo la svedese Selma Lagerlöf, ad aggiudicarselo. Nata a Nuoro nel 1871 in una famiglia numerosa ma benestante, studiò fino alla quarta elementare e proseguì la propria formazione da autodidatta; molto importante fu la sua amicizia con Enrico Costa, scrittore che intuì il suo talento.

La Deledda pubblicò i primi racconti da adolescente per la rivista "L'ultima moda” di Epaminonda Provaglio. In seguito pubblicò a puntate i romanzi "Memorie di Fernanda” e "L’avvenire della Sardegna”, nonché il libro per bambini "Nell'azzurro”. Mentre la sua popolarità cresceva, alla fine del secolo pubblicò il saggio "Tradizioni popolari di Nuoro in Sardegna” e il romanzo "La via del male”. Nel 1900 si trasferì a Roma con suo marito, con cui si era sposata l’anno precedente.

I primi anni del nuovo secolo videro la sua consacrazione: uscirono "Cenere” nel 1904, "L’edera” nel 1908, "Sino al confine” nel 1910 e "Canne al vento” nel 1913. Quest’ultimo è la sua opera più celebre: una storia ambientata nella Sardegna rurale che fa da sfondo a riflessioni sulla fragilità umana e sull’esistenza. Nel 1926 ricevette il Nobel per "la sua potenza di scrittrice, sostenuta da un alto ideale, che ritrae in forme plastiche la vita quale è nella sua appartata isola natale”. La Deledda morì nella capitale nel 1936.

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