Il territorio

Lollove, un paese fuori dal tempo

a pochi chilometri da Nuoro si erge il piccolo abitato medievale di Lollove, con la piccola chiesa di Santa Maria Maddalena e la copiosa fontana; citato nelle fonti come Loloy e Lolove, il borgo ha una lunga storia legata al Vescovado pisano di Galtellì

A pochi chilometri dalla vita cittadina di Nuoro c’è un luogo dove il tempo sembra essersi fermato: si tratta del piccolo borgo rurale di Lollove, non propriamente un paese fantasma visto che conta ventisei residenti all’ultimo censimento, ma comunque immerso in un silenzio di pace. Attualmente non ci sono scuole ma, poco lontano, si trova un piccolo cimitero. Nelle fonti scritte è citata come Loloe, Lolove o Loloy, mentre in lingua sarda viene chiamata Lollobe.

Secondo una popolare leggenda, Lollove avrebbe avuto origine dall’antico villaggio di Selene del quale, però, non sono mai state rinvenute tracce. L’aspetto del paese è tipicamente medievale: nel XIII secolo Lollove era parte del Vescovado pisano di Galtellì e sul suo territorio c’era il monastero di Santa Maria o Nostra Signora d'Itria de Gortobe. Dopo la conquista aragonese, il borgo fu inserito nell’Encontrada de Nuero insieme a Orgosolo, Locoy e Nuero, l’odierna Nuoro. Lollove, che alla caduta del feudalesimo contava 180 abitanti, subì nel 1860 un’epidemia di vaiolo che contribuì al suo spopolamento.

A Lollove Grazia Deledda ambientò il suo romanzo "La madre” e, nel 1990, Ignazio Figus e Virgilio Piras girarono il documentario "I giorni di Lollove”. I patroni del paese sono Santa Maria Maddalena, Sant’Eufemia, San Biagio e San Luigi dei Francesi; i principali beni culturali sono la seicentesca chiesa gotica della Maddalena e la fontana realizzata all’inizio del Novecento.

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