
Tesori di Nuoro: il tappeto sarulese
Un valore inestimabile
Si lascia Nuoro, ci si addentra verso la Barbagia di Ollolai e dopo circa 25 chilometri di strada si arriva a Sarule, borgo di origini medievali a 630 metri sul livello del mare, abitato da appena 1700 anime. Qui si conserva la tradizione della tessitura dei tappeti realizzati su telai verticali nei diversi laboratori che si affacciano sulla via principale del paese. In origine creati per essere regalati al figlio primogenito come dote di matrimonio, venivano colorati con estratti di erbe e raccontavano la vita quotidiana del tempo, riproponendo motivi caratteristichi come 'sas rigjicheddas' (righe gialle e nere) o 'sas dentas' (piccoli denti) o con la lavorazione a punto 'pibiones', che riproduce rombi, stelle e fiori a rilievo. Ogni tappeto, che per essere tessuto richiedeva il lavoro di tre donne per quaranta giorni, 'valeva' circa 120 chili di grano o 40 chili di formaggio.
Corsi di tessitura
Anche se oggi, in molti casi, le tinture chimiche hanno sostituito quelle vegetali il tappeto sarulese viene realizzato secondo le antiche tecniche di 100 anni fa grazie alla sapienza delle artigiane del paese. Un patrimonio da valorizzare e da tramandare anche alle nuove generazione, creando, perché no, anche dei nuovi posti di lavoro, con delle potenzialità comprese anche dall'amministrazione comunale di Sarule che nel 2017 ha chiesto e ottenuto dalla Regione Sardegna l’istituzione di un corso di formazione professionale di tessitura. Inoltre, dal 2003, il paese barbaricino ospita il Museo della tessitura intitolato ad Eugenio Tavolara, pittore, artista e direttore artistico di Isola - Istituto Sardo Organizzazione Lavoro Artigiano, l'ente regionale che dalla fine degli anni Cinquanta portò l'artigianato sardo oltre confine, nel resto d'Italia e all'estero.