Un problema fondamentale: una strada per raggiungere il Monte Ortobene

Nel 1934 si invocava una rotabile (ossia una strada che potesse essere percorsa con le auto) per il Monte Ortobene, il quale doveva diventare meta obbligata per ogni turista che visitava Nuoro.

Di questo tema se ne occupò diffusamente la stampa locale sarda, la quale invocò l’intervento delle istituzioni.

Un’opera del genere, infatti, poteva mutare la fisionomia della città isolana, fortemente legata alla valorizzazione del suo territorio mediante il turismo.

Anche perché ciò si legava inevitabilmente alla Festa del Redentore. Coloro che facevano visita al Monte Ortobene, poi iniziavano il loro percorso di conoscenza che li portava a capire l’importanza della Festa del Redentore.

Durante l’anno, quindi, avere sempre più persone di tutto il mondo, che potevano divulgare ad altre la bellezza e la sacralità della Festa del Redentore, poteva aumentare la visibilità dell’evento.

Nel 1934 per arrivare al monte Ortobene, si percorreva ancora una sconnessa strada mulattiera creata trent’anni prima.

Ecco dunque che il problema diventava una necessità: a quando una strada per le auto che potesse arrivare sulla vetta di Nuoro?

Gli amanti della Festa del Redentore dovettero aspettare altri 20 anni per vedere da vicino la nuova via che sostituisse la mulattiera sconnessa e malconcia, meta del tragitto del 29 agosto (il giorno della festa religiosa) che li portava al pellegrinaggio per venerare la statua del Redentore.

Poi nel 1971 l’Amministrazione Comunale di Nuoro completò totalmente l’opera: finalmente il monte Ortobenepoteva avere la giusta visibilità ed essere uno dei fulcri turistici dell’intero territorio sardo.

E a trarne beneficio fu anche la Festa del Redentore, che grazie ai racconti dei pellegrinaggi delle persone che conobbero il monte Ortobene, aumentò le presenze: si poteva affermare che non solo i sardi ma anche residenti in altre regioni italiane, e gli stranieri provenienti da ogni parte del mondo, assistevano a fine agosto agli eventi nuoresi, per poi tramandarli alle generazioni future.