Il territorio

Nuoro durante il periodo aragonese

Una zona ribelle
La dominazione aragonese a Nuoro, a partire dall'inizio del 1200, suscitò negli abitanti sentimenti di vera e propria prostrazione. Il disinteresse amministrativo degli aragonesi, a seguito della conquista della zona, portò Nuoro ad un sostanziale isolamento attorno all'inizio del 1400: molti dei piccoli borghi antichi intorno alla città vennero completamente abbandonati in quel periodo. La grande importanza che il centro urbano di Nuoro aveva rivestito all'inizio della dominazione aragonese sembrava ormai svanita: gli abitanti, per questo motivo, iniziarono a provare sentimenti di profondo scontento - se non addirittura di ribellione - nei confronti del dominatore, percepito solo ed unicamente come organismo di una tassazione, calibrata sul modello feudale, troppo spesso sproporzionata.

Tra ribellioni e nuovi impulsi
Sebbene le belle arti (tra cui ricordiamo l'incisione e l'arte orafa) fossero in vivace sviluppo, i tributi elevati, le guerre e le epidemie avevano spopolato l'isola, rendendo difficile l'esistenza degli isolani in generale e dei nuoresi in particolare. La città di Nuoro e tutta la provincia circostante vennero addirittura segnalate come zone ribelli al sovrano, con tutte le penalità che ne conseguirono: maggiori controlli, repressione, pressione fiscale alle stelle. Solo dopo la fondazione del Regno di Spagna (verso la fine del 1400 - inizio 1500) i borghi sardi tornarono ad una qualità di vita accettabile e, con essi, anche Nuoro. Finalmente uscita dall'isolamento, la città subì una riforma a livello amministrativo e diventò parte della Diocesi di Alghero, cosa che diede una notevole spinta per la costruzione di nuove chiese ancora oggi esistenti in città.

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