Il territorio

Le maschere tradizionali del Carnevale

Mamuthones e Issohadores, sos Merdùles, la maschera a gattu, sos Colonganos: sono solo alcune delle tante maschere tradizionali del Carnevale nella provincia di Nuoro. Maschere che affondano le loro radici in epoche lontanissime, che affascinano e spaventano.

Molte delle maschere si rifanno ai riti di rigenerazione della terra, collegati al sacrificio di Dioniso. Secondo studiosi come Dolores Turchi, infatti, il Carnevale nelle società agro-pastorali aveva un significato di rinascita, di morte e resurrezione.
Una delle maschere più famose dell'intera isola è "sa maschera a gattu”, tipica del Carnevale di Sarule, che indossa le due gonne del costume tradizionale al rovescio, una copertina bianca fermata da una fascia rossa sulla testa e il velo nero che copre il viso.

Mamuthones e Issohadores si ritrovano, invece, a Mamoiada. I primi si caratterizzano per maschere nere di legno, pelli ovine e i campanacci sulla schiena mentre i secondi, che hanno un aspetto più umano, indossano giubbe rosse e pantaloni bianchi. Insieme danno luogo a una cerimonia che si collega ai culti dionisiaci.

Ancora da tali riti trae origine la maschera di Batiledhu (Carnevale di Lula), che presenta lunghe corna, un rumine di caprone capovolto sul capo, il volto tinto di nero. Il corpo è coperto di pelli e sotto i campanacci compare uno stomaco di bue da cui esce il sangue. Batiledhu viene percosso dai Batiledhos, tutti vestiti di nero, fino alla morte, per poi risorgere alla fine del Carnevale.

A Ottana ci sono le maschere di sos Boes (figure che indossano pelli di pecora integre, campanacci agganciati a una cinghie di cuoio posta sulla spalla e sul viso portano una maschera in legno che raffigura i buoi), sos Merdùles (figure che indossano pelli di pecora e sul viso portano una maschera in legno che raffigura gli uomini con le sembianze deformate dalla fatica) e sa Filonzana (figura che ha una gobba pronunciata, veste di nero, porta una maschera cattiva e ambigua e in mano tiene il fuso con cui fila in continuazione il filo del destino degli uomini).

I sos Colonganos di Austis si differenziano da tutte le altre maschere della Barbagia per portare sulle spalle al posto dei campanacci delle ossa di animali, che vengono scosse per creare un suono sordo meno forte del primo.

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